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STALKING, LA GIUNTA SNOBBA IL VOLONTARIATO LOCALE

Stalking, ovvero persecuzione. Il termine non ha esatta un’esatta traduzione in italiano. Ma quello che conta è che, da qualche tempo lo stalking è un “nuovo” reato, punito dalla legge.

I molestatori assillanti che attraverso pedinamenti, telefonate o ritorsioni rendono la vita impossibile a un’altra persona oggi rischiano fino a quattro anni di carcere (art. 612-bis codice penale).

E allora, giustamente, Regione Lombardia si adegua, però… Con la delibera VIII/11265 del 10/02/2010 il pirellone ha erogato, un finanziamento di 160.000 euro per attivare due sportelli anti stalking (80.000 euro per ogni sportello) di cui uno presso l’Ospedale Niguarda di Milano e un altro presso l’Ospedale di Lecco su un costo totale per la realizzazione di azioni previste dal progetto pari a € 214.000. La gestione dei due sportelli è stata affidata all’associazione Telefono Donna di Milano.

Iniziativa lodevole vien da pensare. Le cose però non stanno proprio così. Infatti nel metodo di assegnazione del servizio, la Giunta sembra essersi completamente dimenticata del volontariato locale. Emblematico in tal senso è il caso di Telefono Donna di Lecco che, oltre a lavorare da più di vent’anni nella provincia lecchese, è inserita nella Rete dei Centri Antiviolenza della Lombardia. Né la sezione lecchese dell’associazione né quella di Merate però sono state interpellate sull’argomento anzi, non sono nemmeno state invitate al tavolo di lavoro che ha “partorito” il progetto.

Insomma, dopo anni in cui queste associazioni hanno fornito un servizio meritevole, grazie soprattutto all’impegno di tanti volontari, arriva finalmente l’occasione. Sembra quella giusta: con i fondi regionali si potrebbe migliorare ulteriormente il servizio alle vittime di questo reato. Inspiegabilmente però la Giunta di centrodestra snobba queste associazioni locali.

Anche la scelta logistica appare contestabile: una donna vittima di stalking, infatti, difficilmente cerca le luci della ribalta (circostanza che l’Assessore regionale alla famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale, Giulio Boscagli evidentemente dimentica o sottovaluta). Qualcuno è davvero convinto che per una vittima sia facile rivolgersi ad uno sportello pubblico passando addirittura attraverso la reception di un ospedale come normalmente avviene per una qualsiasi altra visita o per accedere ad un pronto soccorso? Non sarebbe meglio un luogo più riservato? Più caldo? Più familiare?

Per questo, nelle scorse settimane, il Gruppo Consiliare Italia dei Valori ha presentato una interrogazione al Governatore Formigoni e all’Assessore Boscagli allo scopo di conoscere le finalità ed i criteri che hanno portato tali scelte. Vi terremo aggioranti, come sempre.

CATEGORIE: SANITA' E ASSISTENZA

    • ornella vailati I
    •  
    • November 24, 2010 alle 1:28 pm

    ove è possibile Prevenire grazie buon lavoro

  • VIII LEGISLATURA